Roma: un set cinematografico a cielo aperto
Piccolo tour tra le vie di Roma che hanno fatto da sfondo ed ispirazione ai più grandi registi Italiani, innalzando i loro piccoli capolavori nelle più alte sfere di quella meravigliosa poesia che è il cinema.
Per chi qui scrive non è stato difficile appassionarsi a film di altri tempi, quelli che per le precedenti generazioni erano storie di vita quotidiana, e che da quelle di oggi vengono apprezzati ancora di più, sia per le impeccabili realizzazioni che seppur economiche, erano incredibilmente ben fatte, sia per le emozioni che sono ancora oggi in grado di suscitare.
Roma: un set cinematografico a cielo aperto
Così ci fa piacere aver scoperto, un pò per curiosità un pò per lavoro, che Il quartiere Africano fu molte volte, e in diversi anni, scenario di molti film italiani; per esempio che una delle immagini più toccanti del cinema italiano, ovvero la visione di via Nomentana totalmente deserta nel piccolo capolavoro di De Sica “Teresa Venerdì” del 1941, ha come set proprio le strade del quartiere.
E ancora in quella straordinaria pellicola del 1955 intitolata “Il tetto”, De Sica scelse le baracche che allora si trovavano sull’Aniene per ambientare il dramma di una coppia che cerca disperatamente una casa. Pietro Germi ambienterà fra gli edifici del quartiere dei ferrovieri, demolito successivamente, il film L’uomo di paglia del 1958.
E come poter non citare il film “Guardi e Ladri” in cui la celebre scena dell’inseguimento di Aldo Fabrizi a Totò inizia alla fine di viale Somalia, e si svolge su un dosso che diverrà la futura via Olimpica. Nel ’53 la casa del protagonista de “La valigia dei Sogni” di Luigi Comencini è collocata nel complesso dei palazzi dei ferrovieri di via Mancinelli.
Il quartiere ospita poi gli esterni del film con Alberto Sordi, Sophia Loren, Franca Valeri e Raf Vallone “Il segno di Venere”, che mostrano il quartiere negli anni sessanta.
Alcune scene de “I soliti ignoti” sono ambientate in zona: Carla Gravina si incontra con il fidanzato davanti alla caserma Bianchi (Batteria Nomentana) proprio sul ponte della Ferrovia, sullo sfondo si vedono i primi palazzi, quelli di Piperno, su V.le Etiopia, intorno è campagna. Nelle scene iniziali del film “Audace colpo dei soliti ignoti” del 1960, Vittorio Gassman entra in un portone di via Dora nel quartiere Coppedè, e nel corso del film passeggia lungo una viale Etiopia ancora in costruzione.
Una fugace inquadratura ne “Il medico della mutua” con Alberto Sordi, mostra viale Libia all’altezza dei magazzini UPIM. Sempre i magazzini UPIM nel ’60 sono il luogo di lavoro delle tre protagoniste di “Caccia al marito” con Sandra Mondaini e in “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola, piazza Caprera viene usata per scandire con meravigliosa semplicità un cambio del tempo.
Conclusione
Ho fatto questo elenco sintetico e neanche esaustivo solo per egoismo: spero che anche per voi, come per me, da oggi in poi sia davvero emozionante trovarsi a sbirciare tra le scene di questi meravigliosi film, cercando di individuare questa o quella via, questo o quel portone o edificio o ponte, e stupirsi del vorticoso cambiamento che questa straordinaria città ha subito intorno ad essi ed intorno a noi, apprezzandone l’antica poesia degli autori che l’anno scelti come set.
Si dice spesso che un quadro si apprezza meglio se ci si allontana, così forse oggi ci siamo allontanati quel tanto da poterne apprezzare al massimo ogni dettaglio.